Dipinto Annunciazione

Titolo: Dipinto Annunciazione
Autore: Attribuito a Girolamo Bresciano (Girolamo di Pietragalla)
Datazione: Prima metà del XVII secolo
Tipologia: Dipinto, olio su tela
Provenienza: Barile, Provincia di Potenza, Basilicata, Italia

Descrizione

L'Annunciazione, attribuita a Girolamo Bresciano, è un dipinto a olio su tela risalente alla prima metà del XVII secolo e conservato nella chiesa di San Nicola Vescovo a Barile. L'opera presenta una composizione manierista con l'Arcangelo Gabriele posizionato a sinistra, raffigurato con ali bianche e scarlatte, mentre indossa una veste ocra svolazzante e solleva la mano destra in segno di annuncio. La Vergine Maria, inginocchiata a destra presso un banchetto con un libro aperto, indossa una veste rossa con un manto azzurro. Sullo sfondo, una finestra lascia intravedere un paesaggio luminoso, mentre nella parte superiore Dio Padre appare tra le nubi circondato da angeli, reggendo nella mano sinistra un globo sormontato da una croce. Nella sezione inferiore, a sinistra, compare un uomo vestito di nero con barba e capelli bianchi che indica con la mano sinistra uno stemma situato al centro del dipinto, presumibilmente il committente dell’opera.

L'attribuzione del dipinto a Girolamo Bresciano è stata avanzata da Grelle nel 1981, sulla base di confronti stilistici. Bresciano, attivo tra il 1628 e il 1645, operò ampiamente in Basilicata e, secondo alcuni studiosi, era originario di Pietragalla. La sua pittura è influenzata da Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa, dal quale riprese l'armonia compositiva, l'uso della luce e lo schema manierista. Un esempio significativo della sua arte è l'Incoronazione della Vergine nella chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Avigliano, che riflette appieno l'influenza del Pietrafesa. Qui la Madonna appare in gloria con Cristo nel registro superiore, mentre i Santi Francesco, Antonio e Agostino sono collocati nei registri centrale e inferiore, secondo un impianto tipicamente manierista. I Santi Antonio e Agostino, in particolare, guardano verso l'osservatore, invitandolo a seguire l'esempio di San Francesco in preghiera.

L'Annunciazione di Barile riprende questi principi manieristi, ma si distingue per l'ambientazione in una raffinata camera da letto con vista sul paesaggio circostante. Anche in questa composizione, l'Eterno appare tra gli angeli, avvolto da una luce dorata tendente all'arancione, simbolo della nascita e del trionfo del Cristianesimo. L'inserimento di un Gesù Bambino all'interno di una mandorla luminosa, in volo verso la Vergine, è un chiaro rimando alla medesima iconografia realizzata dal Pietrafesa nella chiesa di San Michele a Potenza. Un elemento peculiare dell'opera è la figura del committente, raffigurato in basso a sinistra con vesti simili a quelle di un papas della chiesa cattolica di rito greco-bizantino, a testimonianza delle radici arbëreshë di Barile.

Fino al XVII secolo, Barile (in lingua arbëreshë "Barilli") seguiva integralmente il rito greco-bizantino. Tuttavia, con la nomina di un sacerdote di rito latino da parte del vescovo di Rapolla e Venosa, Placido della Marra, la cittadina divenne un luogo di coesistenza tra le due tradizioni liturgiche. L'opera di Girolamo Bresciano, attraverso le sue scelte iconografiche, documenta questa doppia identità culturale, legata alla comunità arbëreshë, discendente dai profughi albanesi giunti nell'Italia meridionale a partire dal XV secolo sotto la guida di Giorgio Castriota Scanderbeg. Ancora oggi, questa eredità culturale si riflette nelle celebrazioni religiose e nelle tradizioni locali, rendendo l’Annunciazione non solo un’opera d’arte di rilievo, ma anche una testimonianza storica della fusione tra Oriente e Occidente in Basilicata.

Giovanni De Gregorio

Giovanni De Gregorio, noto come "Il Pietrafesa" (1579 o 1580 – 1656), è stato un pittore italiano originario di Satriano di Lucania. Il soprannome "Il Pietrafesa" deriva dall'antico nome del suo paese natale, "Pietrafesa". 

Nato in una famiglia di condizioni economiche modeste, Giovanni iniziò la sua formazione artistica all'età di quindici anni, entrando nella bottega del pittore napoletano Fabrizio Santafede. Rimase con Santafede per sei anni, perfezionando le sue abilità pittoriche. 

Dopo il periodo di formazione a Napoli, De Gregorio tornò in Basilicata, stabilendosi a Pignola, dove aprì una propria bottega. Nel corso della sua carriera, realizzò numerose opere per chiese e conventi, principalmente nella regione lucana e nel Principato Citra (l'odierna Campania). Tra le sue opere più significative si annoverano la "Pietà" (1608) conservata nella chiesa di San Francesco a Potenza, l'"Annunciazione" (1612) situata nella chiesa di San Michele a Potenza, e "La Vergine consegna la pianeta a Sant'Ildefonso" (1620) collocata nella chiesa madre di Abriola. 

Lo stile di De Gregorio è caratterizzato da un realismo che trasfigura, conferendo alle sue figure una religiosità intensa ma anche solare. La sua capacità di infondere emozione e spiritualità nelle sue opere lo rende uno dei pittori lucani più rappresentativi del Seicento.

Fonti e Riferimenti Bibliografici

Sitografia

Codice identificativo: BARL-010

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